Un Quadro che Muta

Trovo difficile scrivere in questo periodo dell’anno.

Come la vegetazione anche il mio spirito avverte l’esigenza di entrare in sé stesso, in raccoglimento.
Percepisco il desiderio di silenzio e ascolto interiore e mi sono domandata con quali parole poter raccontare l’antica magia dell’autunno. Più che descrivere dei concetti mi piacerebbe trasportarvi all’interno di un’opera magnifica, un quadro che muta al mutar delle stagioni.

Con la pioggia
si leva il profumo della terra;
nella foresta umida
piedi nudi posano
sopra un tappeto di ruggine,
nudi
come rami di alberi
in autunno.

Ecco una brezza
insinuarsi tra le fronde,
accarezzare pelle e corteccia:
è il respiro della terra addormentata;
la ricopre dolcemente
una soffice coperta
di mille foglie cadute.

E’ in questo luogo che mi ritrovo sempre più immersa giorno dopo giorno. Avvolta dalla nebbia, passeggiando nel bosco, lavorando la lana accanto la stufa. Il profumo della legna bruciata mi accoglie ed io impaurita guardo il cielo in tempesta, la furia della natura selvaggia abbattersi sul fiume.

E’ una stagione piena di magia l’autunno, l’aria fresca ne diventa satura e nelle notti in cui il vento ulula alla luna anche il più scettico comincia a chiedersi cos’altro esiste che i suoi occhi non possono vedere.
E’ una discesa nell’ombra, una passeggiata nel mistero; mi accompagnano stupore e un po’ di timore, quelli che si nutrono ogni volta che ci si confronta con l’ignoto.

A spaventare è proprio quel quadro che muta e chiede a chi l’osserva di mutare con lui: cadi, spogliati, scopriti nudo e vulnerabile, muori, rinasci, fiorisci e poi ancora una volta e una volta ancora.

Passano gli anni e sul volto riscopro la stessa storia che racconta quell’opera straordinaria, il volto con le prime rughe richiamano alla mia mente la corteccia dell’albero. Gli occhi profondi testimoniano gli infiniti cicli che si ripetono, come i cerchi custoditi nel tronco.
Il corpo, la mente e il cuore danzano con lo Spirito ogni mutamento e mai come in autunno la musica diviene un richiamo impossibile da non cogliere.

E’ un invito ad abbondonarci alla terra, a respirare con lei e trovare quell’amore tanto grande per poterci accettare così come siamo… autentici.

Voglio salutarvi così, senza troppe parole ma con il richiamo della foresta che vi attende.
Tamara

(Photo by Kristian Seedorff on Unsplash)

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